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REFERENDUM 17 APRILE - #VOTASI

29/3/2016

 
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Referendum 17 aprile, Legambiente: allarmismo strumentale, l’alternativa al gas delle trivelle esiste già, col biometano si può produrre una quantità di gas quattro volte superiore a quella che si estrae dalla piattaforme entro le 12 miglia.
Ma il governo blocca gli investimenti nel biometano


L’alternativa alle trivellazioni di gas in Italia esiste già: con il biometano si può produrre una quantità di gas quattro volte superiore a quella che si estrae dalla piattaforme entro le 12 miglia, creando più lavoro e opportunità per i territori. “Il vero grande giacimento italiano da sfruttare - dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente - non è sotto i nostri mari ma nei territori, e nella valorizzazione del biogas e del biometano prodotti da discariche e scarti agricoli”.
All’allarme, sollevato sul referendum del 17 aprile sulle trivellazioni in mare entro le 12 miglia, su un’Italia messa in ginocchio senza il gas estratto da quelle trivelle e costretta ad aumentare le importazioni dall’estero via nave, Legambiente risponde che sono tutte bugie, citando numeri e studi. Il gas estratto nelle piattaforme oggetto del referendum non arriva al 3% dei consumi nazionali. E, com’è noto, il gas nel nostro Paese arriva attraverso i gasdotti.
“I numeri sono chiarissimi - prosegue Zanchini - già oggi si produce elettricità in Italia con impianti a biogas che garantiscono il 7% dei consumi. Ma il potenziale per il biometano, ottenuto come upgrading del biogas e che può essere immesso nella rete Snam per sostituire nei diversi usi il gas tradizionale, è in Italia di oltre 8miliardi di metri cubi. Ossia il 13% del fabbisogno nazionale e oltre quattro volte la quantità di gas estratta nelle piattaforme entro le 12 miglia oggetto del referendum. Il problema è che questi interventi sono bloccati proprio dalle scelte del Governo”.


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Trivelle, referendum 17 Aprile

18/3/2016

 
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Legambiente: “Dopo aver puntato sul silenzio, ora Renzi punta sull’astensione. Il suo partito inviterà gli italiani a non recarsi alle urne. Scandaloso”
 
“E’ scandaloso che il partito democratico si sia iscritto tra i soggetti politici che faranno campagna per l’astensione al referendum del 17 aprile. C’è qualcosa che non funziona nel fatto che il partito del presidente del Consiglio inviti pubblicamente gli italiani a non recarsi alle urne”. Così Rossella Muroni, presidente di Legambiente, sull’iscrizione del partito democratico nell’elenco dei soggetti politici che intendono partecipare alle tribune politiche e usufruire degli spazi per i messaggi autogestiti sulle emittenti private, comparsa ieri (ultimo giorno utile) sul sito per l’Autorità garante per le comunicazioni.
 
Che al governo questo referendum non piaccia non è cosa nuova. Un chiaro segnale è già arrivato dalla scelta della data del 17 aprile, con tempi strettissimi per informare i cittadini sul quesito, e dal rifiuto di optare invece per un election day che, accorpando il referendum alle elezioni amministrative, avrebbe lasciato più tempo per coinvolgere gli italiani e consentito un risparmio non indifferente di 360 milioni di euro alle casse dello Stato.
 
Ora, però, la posizione del governo non è più solo un’impressione. E l’intenzione di ostacolare una consultazione democratica così importante come un referendum popolare è dichiarata: il Partito democratico sui mezzi radiotelevisivi inviterà ufficialmente gli italiani a non presentarsi alle urne.
 
“Anche noi - prosegue Rossella Muroni - avremmo preferito che questo referendum non avesse luogo. Per evitarlo sarebbe bastato un intervento del governo che andasse incontro alle richieste delle Regioni che hanno promosso la consultazione. Ora, dopo la carta del silenzio sull’indizione del referendum e la valenza del quesito, si gioca quella dell’astensione. Evidentemente spaventa il lavoro d’informazione che, faticosamente, il fronte del Sì sta portando avanti sul territorio sull’assurdità di togliere la scadenza alle concessioni già rilasciate per l’estrazione e la ricerca di gas e petrolio nel nostro mare entro le
12 miglia, per dare agli italiani la possibilità di scegliere con conoscenza di causa. Noi – conclude la presidente di Legambiente - al governo continuiamo a chiedere dov’è il piano energetico nazionale che ci consentirà di rispettare gli impegni internazionali sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e di andare verso un futuro 100% rinnovabile. Magari ora il Pd ce lo dirà in tv”.

Il 17 Aprile vota sì per dire #STOPtrivelle!

16/3/2016

 

Legambiente su Palmaria:"Un percorso chiaro, partecipato e condiviso"

14/3/2016

 
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L'Isola Palmaria è un gioiello naturalistico, architettonico e storico. Benché rimasta "congelata" per molti anni dopo la chiusura delle sue cave, il degrado e scelte sbagliate l'hanno minacciata. Un esempio per tutti: lo Scheletrone, abattuto dopo anni di battaglie che hanno visto Legambiente in primissima fila, sia nei blitz di Goletta Verde, sia nella Commissioni in Regione Liguria.
La cessione di beni da parte della Marina Militare/Demanio al Comune di Portovenere ha stimolato una discussione sfociata in un interessante confronto tra Associazioni, Comitati e Cittadini. Si temono speculazioni, ma si vuole anche valorizzare il patrimonio attuale.
La Palmaria è un'isola circondata si dal mare, ma anche dalle Cinque Terre, ovviamente da Portovenere, da Lerici, dal sito delle discariche di Pitelli, da una centrale termoelettrica, da un porto commerciale, da un arsenale militare, da un terminal di rigassificazione e infine da un poligono di tiro per cannoni della marina militare, tutte fonti di possibili interazioni e di impatti cumulabili sul delicato ecosistema insulare.
È per tutte queste ragioni che Legambiente chiede alla Regione Liguria di avviare una Valutazione Ambientale Strategica con evidenza di Inchiesta Pubblica, uno strumento che valuti anche la capacità di carico dell'isola, definendo al più presto lo strumento urbanistico che governerà il processo di acquisizione di questo patrimonio e la sua trasformazione.

Dopo Parigi 2015; quali proposte e quali impegni concreti?

8/3/2016

 
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Giovedì 17 Marzo 2016, alle ore 17.00, presso il Salone del Consiglio della Città Metropolitana di Genova, la cittadinanza è invitata a partecipare all'incontro dal titolo:" Dopo Parigi 2015; quali proposte e quali impegni concreti?"
Interveranno:
Antonella Visintin - della Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia.
Santo Grammatico - Presidente di Legambiente Liguria Onlus
L'evento è organizzato dal Centro Culturale Valdese di Genova, in collaborazione con Legambiente Liguria e con il patrocinio della Città Metropolitana di Genova.

17 APRILE 2016, REFERENDUM CONTRO LE TRIVELLE

1/3/2016

 
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E’ nato il comitato nazionale “Vota SI per fermare le trivelle”
“Il Governo scommette sul silenzio del popolo italiano! Noi scommettiamo su tutti i cittadini che si mobiliteranno per il voto”


E’ nato il comitato nazionale delle associazioni “Vota SI per fermare le trivelle”. Lavorerà per invitare i cittadini a partecipare al referendum del 17 aprile contro le trivellazioni in mare e votare SI per abrogare la norma (introdotta con l’ultima legge di Stabilità) che permette alle attuali concessioni di estrazione e di ricerca di petrolio e gas entro le 12 miglia dalla costa di non avere più scadenze.
La Legge di Stabilità 2016, infatti, pur vietando il rilascio di nuove autorizzazioni entro le 12 miglia dalla costa, rende “sine die” le licenze già rilasciate in quel perimetro di mare.


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