Dal 23 Ottobre all'1 Novembre, saremo presenti al Festival della Scienza di Genova, con il laboratorio/mostra sulla "MAPPA DELLA PRIMAVERA: Equilibrio tra fioriture e cambiamenti climatici" - Palazzo Verde, via del Molo 65 - Genova, orario: 09:00 - 16:30 lun - ven; 10:00 - 19:00 sab - dom Esiste una stretta relazione tra il clima e la fioritura, uno dei fenomeni biologici più importanti e suggestivi. Mappare la Primavera ci permette di comprendere come le variazioni delle condizioni climatiche possono avere effetti sulla biodiversità. Proveremo a monitorare alcune specie vegetali caratteristiche del paesaggio ligure, tramite rilevamenti fitofenologici eseguiti registrando il grado di fioritura delle specie e rappresentandolo con una simbologia relativa alla presenza o assenza di boccioli, fiori aperti o appassiti. Assumeremo insieme il ruolo di scienziati compilando le schede di rilevazione e riuscendo ad interpretare come i cambiamenti climatici influenzano le fioriture delle più comuni piante liguri. Per info e prenotazioni: www.festivalscienza.it LEGAMBIENTE LIGURIA: MISURA INIQUA CHE FAVORIRA’ SOLO POCHI IMPRENDITORI, A CONFERMARLO LA NOSTRA INDAGINE SULLA CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO EDILIZIO E ABITATIVO E UNA PROIEZIONE SULLE RENDITE IMMOBILIARI DOPO GLI AMPLIAMENTI “Il piano casa non è lo strumento col quale si possa rilanciare l’edilizia, nella nuova legge è assente uno studio sullo stato del patrimonio edilizio e abitativo e per come è formulato risulta solo uno strumento per aggredire i territori di maggior pregio lungo la costa, favorendo le rendite e la speculazione. Per questo la novità più significativa è la forzatura sulle aree protette vista mare.” Non usa mezzi termini il presidente di Legambiente Liguria, Santo Grammatico, dopo una prima valutazione delle variazioni al Piano Casa varato nel 2009 a cui la giunta ha abbondantemente allargato le maglie lunedì scorso. I rischi più eclatanti dell’operazione sottesa da questa legge – secondo Legambiente – passano dalla modifica dell’articolo 5 del vecchio Piano Casa, quella che escludeva gli ampliamenti volumetrici nelle aree parco costiere. Sebbene la Regione provi a tranquillizzare sul fatto che gli Enti Parco manterrebbero l'ultima parola, rimane il fatto che è l'Ente regionale a determinare come, quanto, dove e per quanto tempo si possa cementificare in queste aree. Proprio per i rischi presentati in questa ricerca si sarebbero dovute escludere tout court le aree protette, già recentemente sotto attacco dal Presidente della Regione Toti che le ha definite in una recente intervista “non tutte degne di tutela”. “E’ una misura iniqua – prosegue Grammatico - che favorirà pochissime aziende del settore edile, alcuni imprenditori proprietari di ville di lusso con norme applicabili solo da chi potrà ottenere, ancora in tempi di crisi, una notevole rendita dagli investimenti effettuati, a colpi di cemento.” Una simulazione di Legambiente chiarisce le ombre dell'operazione: si ipotizzi di avere una casa di 1500 metri cubi quindi di 500 metri quadri, col piano casa attuale è lecito ampliare sino a 200 metri cubi, cioè poco meno di 70 metri quadrati circa. Si ammetta che il costo a metro quadro per ampliare sia 1500 €, che porta l'investimento per 70 metri quadri a circa 105.000 €. Questo il prezzo sia che ci si riferisca a Portofino che in un qualsiasi paese dell’entroterra ligure, solo che a Portofino i 70 metri quadri possono essere rivenduti a 10/12 mila € a metro quadro, nell’entroterra verosimilmente il valore immobiliare sarà poco più di quello speso per ampliare. “La retorica del piano casa che offre possibilità a tutti e tutte per riqualificare il patrimonio edilizio deve essere evidenziata – prosegue Grammatico – valutato che poggia sulla farsa del titolo della legge 49/2011 per la "Riqualificazione del patrimonio edilizio". Per riqualificare è necessario conoscere lo stato di conservazione degli edifici e del patrimonio abitativo cominciando ad intervenire dove più necessario e urgente. Questi aspetti sono completamente assenti nell’analisi che ha portato alle modifiche varate dalla Giunta.”. E i risultati della ricerca sul patrimonio edilizio e abitativo di Legambiente Liguria condotta su alcune località campione e che elabora i dati Istat dell’ultimo censimento 2011 ha dell’incredibile. “Portofino ha il 61% di alloggi vuoti – commenta il Presidente di Legambiente Liguria - ed è caratterizzata da uno stato del patrimonio abitativo valutato tra “ottimo” e “buono” mentre sono i paesi dell’entroterra ad avere maggiori necessità di riqualificazione con un elevato numero di edifici residenziali il cui stato di conservazione è tra “pessimo” e “mediocre” e gli edifici dei centri urbani maggiori e medi che andrebbero riqualificati soprattutto per gli aspetti energetici e non con ulteriori ampliamenti volumetrici” 16 le Ammistrazioni premiate da Legambiente, Conai e Novamont. Legambiente Liguria: "sulla differenziata segnali incoraggianti, ma la Liguria è ancora una lumaca". CONAI: “circuito virtuoso grazie alla collaborazione tra cittadini ed enti locali” Genova, 15 ottobre - Ben 16 Amministrazioni in Liguria hanno superato il 65% di raccolta differenziata, con punte virtuose dell'81,12% a Garlenda (provincia di Savona), del 78,62% a Giustenice (Sv) e del 76,73% a Seborga (Im). Tra le città di una certa rilevanza, Taggia (Im) supera il 72%, Recco (Ge) il 70% e Lavagna (Ge) il 65%. Nel 2014 grazie alle azioni volte a migliorare i sistemi di intercettazione delle frazioni riciclabili, il risultato a livello regionale è giunto a sfiorare il 36%, a fronte del 33% raggiunto nell’anno precedente. A livello provinciale non si hanno variazioni significative tra i quattro territori: i valori più alti si riscontrano per la provincia di Savona dove si raggiunge il 38,49%, seguita da Genova (36,48%), da Imperia (33,76%) e infine da La Spezia (32,15%). Sono i risultati della Campagna Comuni Ricicloni, promossa da Legambiente in collaborazione con l'Osservatorio rifiuti della Regione Liguria, con il sostegno di CONAI e di Novamont, e presentati stamane in Regione Liguria durante la premiazione dei Comuni più virtuosi, in presenza dell'Assessore all'Ambiente della Regione Liguria Giacomo Giampedrone, di Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria Onlus, del vicepresidente di Legambiente nazionale Stefano Ciafani, di Pierluigi Gorani, Area rapporti con il territorio di CONAI; di Eliana Bruschera, Market Specialist Waste Management di Novamont e di Silvia Storace del Dipartimento Ambiente / Settore Aria, Clima e Gestione Integrata dei Rifiuti della Regione Liguria. LEGAMBIENTE LIGURIA:"NO A DEREGULATION PER CEMENTIFICARE"
Sono trascorsi sei anni dalla approvazione delle “Misure urgenti per il rilancio dell’attività edilizia e per la riqualificazione del patrimonio urbanistico-edilizio”, cioè il Piano Casa ligure che avrebbe dovuto rilanciare il settore edile. “Oggi la Giunta regionale afferma di voler rilanciare il Piano Casa – afferma Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria - e mediante le dichiarazioni dell’assessore all’urbanistica Marco Scajola apprendiamo che il perno della legge per il rilancio del settore edile sarà basato su ristrutturazioni, ampliamenti e semplificazioni burocratiche. Temiamo non troveremo nulla di nuovo e di buono in termini di gestione del territorio nel redigendo Piano Casa e sopra tutto siamo certi questo non è lo strumento idoneo per il rilancio di un settore in piena crisi come quello dell’edilizia. Sarebbe opportuno valutare prima quali i risultati ottenuti a sei anni da quello varato nel 2009, già troppo permissivo su diversi punti.” I contenuti del vecchio Piano – continua la nota di Legambiente Liguria - prevedono demolizioni e ricostruzioni con ampliamenti volumetrici sino al 35% ed oltre in base alle premialità previste ad esempio con l’installazione di pannelli fotovoltaici, eventualmente la possibilità di accorpare più edifici con ampliamenti possibili anche agli immobili oggetto di parziali condoni edilizi. Esiste poi la possibilità di cambiamento di destinazione d’uso da immobile produttivo a residenziale. Il Piano casa prevedeva, tra l’altro, la demolizione e ricostruzione di edifici che presentano una esposizione a rischio idraulico o idrogeologico oppure accertate criticità statico-strutturali con rischio per l’incolumità e di poter intervenire su quelli che interferiscono rispetto alla realizzazione di infrastrutture o opere di pubblica utilità. Quanti interventi per le tipologie sopra descritte sono stati effettuati? Quanto lavoro e quale gettito economico è stato generato? “E’ evidente il fallimento delle prospettive e del modello di sviluppo immaginato nel Piano casa e non è con una semplificazione delle norme, che valuteremo non si tratti di una vera e propria deregulation cementizia, che si rilancerà l’edilizia. Occorre piuttosto un Piano di adattamento e mitigazione del dissesto idrogeologico per la sicurezza dei centri urbani, che coinvolga pubblico e privato per garantire un rilancio economico della nostra regione.” |
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Settembre 2018
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