
del Presidente di Legambiente Liguria - Santo Grammatico
Mentre si sta decidendo quale aree escludere dall’applicazione del Piano Casa, la sua impugnazione da parte del Governo non ha sorpreso Governatore e Assessore all'Urbanistica liguri. Il tutto banalizzato e ridimensionato su due punti: una dialettica centrodestra-centrosinistra tra esecutivo regionale e Governo nazionale e banali questioni tecniche.
In realtà l'unica legge impugnata dal Consiglio dei Ministri su diciannove esistenti è stata quella ligure. Del resto, come non ricordare che lo stesso CdM ha impugnato la legge del Governo Burlando che modificava la legge urbanistica regionale n. 36/97?
Le questioni tecniche smascherano invece l'approccio della Regione nella gestione del territorio: disfarsi di tutti gli Enti che rappresentano un intralcio ad una idea di sviluppo anacronistica.
Al Piano Casa l'Assessore Scajola ha affiancato i parchi come soggetti inutili e burocratici proponendo la "variante" con cui si cerca di piegare la pianificazione del territorio.
Le motivazioni offerte per l'impugnazione mostrano come il Piano casa non tenga conto degli obbiettivi di conservazione dei siti territoriali di pregio, così importanti da richiedere, in caso di variante alla pianificazione, la Valutazione ambientale strategica e di incidenza.
Avevamo chiesto di analizzare con numeri ed indicatori la reale necessità di un nuovo Piano Casa valutando gli effetti del precedente: nulla è stato fornito perché quei numeri non esistevano.
L'impugnazione della legge li ha fatti finalmente emergere.
Così l'assessore regionale all'Urbanistica: "sono 88 i Comuni liguri che dal 2009 al 2015 hanno approvato opere grazie alla legge per un totale di 3.695 interventi complessivi e che hanno in corso di approvazione 1.480 nuove pratiche per un numero totale di interventi pari a 5.175. Una dimostrazione evidente che il piano casa è uno strumento utile per il territorio". Una marcia indietro dove i liguri scoprono che il vecchio Piano Casa della Giunta Burlando aveva funzionato?
Come ambientalisti contestammo quella pianificazione non ritenendola, oggi come allora, uno strumento utile a creare lavoro e tutelare il territorio. In attesa del parere della Corte Costituzionale continueremo a vigilare e a contrastare l'aggressione al nostro paesaggio.