Abbiamo appreso dai giornali dell'inchiesta della Procura della Repubblica su traffico di rifiuti, appalti e turbativa d'asta. 50 sono gli indagati, tra i quali 5 dirigenti AMIU.
Senza andare indietro nel tempo e limitandosi a questi ultimi fatti, la cui gravità si commenta da sola, le Associazioni si domandano se essi non siano i sintomi di gravi carenze strutturali nel funzionamento della società.
Per quanto riguarda la gestione rifiuti è da sottolineare che è ancora pressoché inesistente in città la necessaria impiantistica di trattamento dei rifiuti e il poco umido differenziato viene portato fuori regione con costi insostenibili.
I risultati di questa inerzia sono evidenti: se non venissero adottate subito le necessarie misure per aumentare il ritmo di crescita della raccolta differenziata e se dovesse esso restare quello degli ultimi 7 o 8 anni, la percentuale di raccolta differenziata raggiungerebbe solo nel 2030 gli obiettivi che per legge AMIU avrebbe dovuto raggiungere già entro la fine del 2012 (oggi il 33% contro il 65% previsto dalla legge a tale data) ed i cittadini dovranno continuare a pagare l'addizionale all'ecotassa regionale prevista dal mancato raggiungimento dei suddetti obiettivi.
Ci risulta inoltre che a breve AMIU presenterà un nuovo piano industriale in cui, per quanto è dato di sapere, sono state introdotte alcune prospettive in linea di massima condivisibili.
Preso atto di tutto ciò, le nostre Associazioni ritengono che, se non si vuole andare incontro ad un altro fallimento in termini di efficacia e di efficienza della gestione dei rifiuti, sia necessario riconoscere che la responsabilità degli insuccessi e dei fatti sopra riportati sia da attribuire innanzitutto a chi ha guidato la società negli ultimi anni senza dimostrare le necessarie capacità di vigilanza e di indirizzamento strategico finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di legge.
La conclusione è che AMIU ha urgente bisogno di una guida operativa che sia in grado di introdurre, in un rinnovato clima di fiducia,i radicali cambiamenti che si renderanno necessari.
Da ciò, la nostra richiesta di dimissioni del Direttore Generale di AMIU Pietro D'Alema.