Legambiente Liguria “pochi investimenti, poca sostenibilità, scuole nei capoluoghi liguri ad alto rischio: questa è la scuola che NON vogliamo”
Non migliora la situazione dell’edilizia scolastica italiana e la Liguria non è da meno. È quanto emerge da Ecosistema scuola 2013, il rapporto annuale di Legambiente sulla qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 94 capoluoghi di provincia.
Il dossier di Legambiente pone l’accento sulle criticità del nostro sistema scolastico, tra cui la disparità degli investimenti per la manutenzione straordinaria e ordinaria.
Mentre a livello nazionale osserviamo una crescita sull’utilizzo di fonti di energia rinnovabili negli edifici scolastici, in Liguria solo il 9,1% degli edifici sfrutta questa tipologia di approvvigionamento energetico e ciò avviene quasi esclusivamente tramite l’utilizzo di impianti solari fotovoltaici e in piccola percentuale tramite solare termico.
La graduatoria delle città capoluogo è il risultato finale della somma dei dati relativi alle informazioni generali sugli edifici, le certificazioni, la manutenzione, i servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche, l’avvio di pratiche ecocompatibili, l’esposizione a fonti di inquinamento ambientale interne ed esterne agli edifici scolastici e i monitoraggi ambientali.
Savona rientra tra i 9 comuni che hanno fornito dati incompleti e, per questo, non è stato inserito in graduatoria. Imperia si classifica al 46°posto con un punteggio del 44,2%, La Spezia al 67°posto con il 38% e Genova al 83° posto con un punteggio del 16,9%.
Genova e Imperia si confermano alle stesse posizioni nella graduatoria delle buone pratiche, mentre sale al 50° posto La Spezia. I parametri considerati sono relativi alle pratiche eco-compatibili presentando nelle posizioni più alte i comuni che hanno investito di più in servizi e pratiche ecocompatibili.
I tre capoluoghi si trovano invece tra i primi 30 nella graduatoria del rischio dove i dati riportati rappresentano i Comuni dove le scuole sono esposte ad un maggiore rischio ambientale interno ed esterno. In posizioni più alte, troviamo i Comuni le cui scuole hanno una maggiore esposizione al rischio. Genova si trova all’ 11° posizione con -19,4 punti, Imperia alla 18° posizione con -16,6 punti e La spezia al 31° posto con - 9,5 punti. Tra le scuole a rischio ambientale dichiarato, solo il 3,8% degli edifici presenta rischio idrogeologico, mentre la percentuale sale al 23,5% per il rischio sismico.
Per quanto concerne il rischio amianto, a livello nazionale preoccupano i dati relativi al monitoraggio dell’amianto con una diminuzione dei comuni impegnati nell’effettuare i controlli in questione negli edifici scolastici. Aumentano invece i casi certificati (10,5%) e quelli sospetti (3,1%). In Liguria l’amianto risulta utilizzato nel 64,2% degli edifici, ma preoccupa che solo nell’ 1,2% degli edifici siano stati realizzati interventi di bonifica negli ultimi due anni.
Quasi tutti sotto la media nazionale anche i dati relativi alle certificazioni: collaudo statico (12,5%), certificazione igienico-sanitaria (35,5%), prevenzione incendi (13,3%), impianti elettrici a norma (83,3%). Sopra la media invece gli edifici con certificato di agibilità (69,7%), dato in contraddizione con le basse percentuali nelle altre certificazioni.
Sul fronte dei servizi messi a disposizione delle scuole e delle buone pratiche rileviamo che solo il 13,5% degli edifici usufruisce del servizio scuolabus, il 4,5% del pedibus. Molto al di sotto della media nazionale anche il dato sulla percentuale di prodotti biologici nei pasti delle mense pari al 28,3%, contro il 56,9%; positivo invece che il 41,8% delle mense siano dotate di cucine interne.
Buoni i dati della raccolta differenziata per quanto riguarda la carta (100%), vetro(64,5%), alluminio (58,1%) tutti al di sopra della media nazionale. Negativi invece i dati su plastica(69,4%), organico(50%), pile(3,2%), toner e cartucce stampanti (33,9%).
“Il rapporto Ecosistema scuola 2013” sottolinea Elisa Mina di Legambiente Liguria, “mostra come in Liguria ci troviamo ancora di fronte ad una scuola troppo “vecchia” e ad un livello ancora insufficiente di investimenti per poter garantire una qualità accettabile delle strutture edilizie, gradino indispensabile per poter arrivare ad un adeguato sviluppo del sistema scolastico e ad una scuola ben inserita nel territorio e capace di adeguarsi ai continui cambiamenti che lo caratterizzano. I parametri presi in considerazione nella “graduatoria delle buone pratiche” vedono un dato positivo in Liguria per quanto riguarda la raccolta differenziata dei rifiuti, mentre ci troviamo ancora in basso in classifica su altri servizi. Ed è proprio partendo dalle buone pratiche che si potrebbe iniziare a costruire una scuola migliore, una scuola “capace di futuro” che sia un esempio trainante per la comunità in cui è inserita a dimostrazione del fatto che l’edificio scolastico stesso può essere visto in chiave educativa se si attua una gestione più sostenibile della scuola.
Questa è la scuola che non vogliamo” conclude Elisa Mina, “una denuncia/appello indirizzata ai vecchi e nuovi decisori politici del nostro Paese e della nostra regione. Occorre definire quali siano effettivamente le risorse statali attualmente a disposizione e quali i tempi e le modalità di trasferimento dei fondi ai soggetti attuatori, nonché completare l’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica fondamentale per valutare al meglio il fabbisogno del patrimonio e per pianificare gli interventi da realizzare ottimizzando le risorse disponibili.”