2,9 milioni di cittadini di serie B, meno risorse da Stato e Regioni, tagli e futuro incerto
In Liguria per le ferrovie stanziato solo lo 0,44% del bilancio regionale con una spesa di 4,49 euro ad abitante all’anno.
Sono 2 milioni 903 mila le persone che, nel nostro paese, ogni mattina prendono il treno per andare a lavorare o a studiare.
In Liguria sono 105.000 mila i passeggeri che ogni giorno assistono ad un vero e proprio sfacelo del trasporto pubblico sulle linee liguri e interregionali.
Sono cittadini di serie B per la politica nazionale dei trasporti, che da oltre dieci anni premia la strada a danno della ferrovia come ben dimostra la suddivisione dei finanziamenti della Legge Obiettivo 2002-2012: 71% delle risorse per strade e autostrade, 15% per le ferrovie e 14% per le reti metropolitane. Ma di serie B lo sono anche per la Regione Liguria, Trenitalia ed Rfi.
Infatti nonostante la crescita costante del numero di pendolari in Italia governo e amministrazioni regionali hanno risposto con tagli ai servizi, aumenti del costo dei biglietti in tutte le regioni e incertezze sugli investimenti, con effetti rilevanti sulla qualità del servizio e Trenitalia ed Rfi non vogliono riconoscere le proprie responsabilità neanche di fronte ad eventi come quelli accaduti per una semplice nevicata.
“I numeri che emergono dal nostro dossier – commenta Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria – sono preoccupanti. Gli enti locali e chi eroga il servizio devono dare certezze ai cittadini. E’ necessario la Regione dimostri il suo peso politico rinegoziando il contratto di servizio che ha stipulato con Trenitalia nel 2009 perché non tutela l’utenza. L’emergenza neve ne è una dimostrazione lampante ed è impensabile si debba ricorrere ormai costantemente alla Procura sperando possa far rispettare il diritto alla mobilità che si esplicita con un servizio decoroso. Inoltre l’assenza rispetto al contratto di servizio del 2004 di indicazioni che tendevano a garantire una tariffazione integrata per agevolare i pendolari nell’interscambio treno/bus lo rendono uno strumento inadeguato”.
I dati salienti per la nostra regione che emergono dal dossier “Pendolaria” sono che sul totale del bilancio regionale solo lo 0,44 % è stanziato per l’erogazione del servizio e per il materiale rotabile. Mentre continua ad essere ampia la forbice tra gli interventi per le strade rispetto a quelli per le ferrovie negli anni che vanno dal 2003 al 2012. In totale gli interventi per le strade (cofinanziamenti per le nuove infrastrutture, costruzione parcheggi,etc.) rappresentano il 96%, con 46,11 milioni di euro mentre per le ferrovie rimane il 4% con 3,62 milioni. La spesa per cittadino ligure all’anno è di soli 4,49 euro, a differenza di regioni come la Lombardia (11,42) o la Toscana (9,01). Sul fronte delle penali quelle più consistenti per l’ultimo anno sono state applicate dalla Regione Lombardia (addirittura quasi 12 milioni di Euro), dall’Emilia-Romagna (3,05 milioni) e dal Veneto (1,52 milioni di Euro), a cui segue la Liguria (1,2 mln di Euro). Gli stanziamenti per i servizi aggiuntivi e il materiale rotabile è di 79,75 milioni di euro e la Liguria risulta dodicesima tra le regioni e provincie autonome considerate nella classifica.
Il dossier mette in luce anche alcune problematiche che riguardano i collegamenti tra Genova ed il Piemonte dove è ormai indispensabile un intervento infrastrutturale
della linea almeno fino ad Arquata Scrivia (AL) visti i 46 km di binario unico sui 63 della tratta. Ed emergono le preoccupazioni, una volta terminati i lavori al nodo di Brignole, perchè sarebbero 14 in tutto i treni necessari per incrementare il servizio, ma ne arriveranno solo 7 tra il 2013 ed il 2014. Purtroppo le prospettive anche in questa Regione risultano drammatiche visti i tagli già effettuati sui Regionali Veloci (ex IR) Milano-Genova nel settembre 2011 e la riduzione dell'arco di servizio sulla linea principale Genova- Ventimiglia. Ma non va meglio nella zona del Tigullio. Qui i pendolari temono che oltre ai tagli già verificati nella regione, si intervenga sulla tratta ferroviaria costiera per velocizzare la linea (sostituzione degli Intercity con i Frecciabianca) vedendo così sacrificate le fermate nel loro territorio. Già attualmente vi sono due treni da e per Roma che hanno perso le fermate nel Tigullio, e al prossimo cambio orario se ne aggiungeranno altri due, uno dei quali molto usato dai pendolari del Tigullio perché parte da Genova verso le 19.00. “Ovunque si investe – conclude Santo Grammatico - e si comprano nuovi treni aumenta enormemente il numero dei pendolari eliminando auto dalle strade. Per i prossimi anni, la prima sfida consiste nell’individuare nuove risorse per migliorare il servizio; la seconda nel promuovere innovazione nell’organizzazione del settore garantendo i diritti dei cittadini nell’ambito del processo di liberalizzazione. Secondo Legambiente, per cambiare scenario occorre partire da una domanda molto semplice: che cosa chiedono i pendolari? Chiare e unanimi le risposte: più treni, treni nuovi, treni più veloci sulle linee pendolari. E poi ascolto e confronto, perché come dimostrano le migliori esperienze europee, la partecipazione è un fattore importante per migliorare il servizio e fidelizzare i viaggiatori”.