Rush finale della campagna #SalvaIlSuolo
Genova, 4 settembre - C’è tempo solo fino al 12 settembre per firmare l’appello su salvailsuolo.it e chiedere finalmente all’Europa una legge sul suolo che ci protegga da nuove catastrofi e da un futuro incerto. Questa è la più grande iniziativa portata avanti dalle principali associazioni italiane ed europee a tutela di ambiente e cittadini.
L’Italia sta consumando ogni giorno il suo bene più prezioso: il suolo. Il bene ambientale da cui tutti noi dipendiamo per ricavare cibo, salute, protezione, è sotto continua minaccia a causa dello sfruttamento selvaggio. Solo salvando il nostro suolo possiamo impedire nuovi disastri ecologici, alluvioni, frane, contaminazioni. E impedire che la cementificazione prosegua come nei decenni passati, senza riguardo per le risorse naturali e mettendo a rischio la sicurezza e la vita delle persone.
Serve una legge che tuteli il suolo, subito, non possiamo aspettare ancora.
Per questo le principali associazioni italiane ed europee hanno lanciato #SalvaIlSuolo la più grande iniziativa portata avanti a tutela di ambiente e cittadini. Siamo al rush finale di una campagna che ha raccolto migliaia di adesioni: il 12 settembre sarà l'ultimo giorno possibile.
Si firma non solo per impedire disastri alluvionali. Perchè l’Italia è il Paese europeo più colpito dalle frane, e le cause degli eventi più funesti anche in questo caso non sono naturali: parliamo di frane che avvengono con modalità tragiche e per nulla naturali, a causa di incuria del territorio, degrado del suolo e insediamenti sorti nei posti sbagliati, come avvenuto per Sarno nel 1998, dove le colate di fango fecero 159 vittime, o per le 37 vittime delle frane di Giampilieri nel 2009. Solo la conoscenza dei suoli e la gestione corretta del territorio può impedire il ripetersi di eventi come questi. Per non dire dei terremoti, che a scadenze sempre più ravvicinate ci ricordano il costo in vite umane dell’edilizia di cattiva qualità qual è purtroppo quella degli anni della grande colata di cemento sul nostro Paese.
Si firma anche per impedire l’avvelenamento della terra e la nascita di nuove discariche abusive: nel nostro Paese esistono oltre 24.000 siti, con contaminazioni accertate o in via di caratterizzazione. Lo dice il censimento dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale). Non ci sono solo la Caffaro a Brescia, la Valle del Sacco in Lazio, Bagnoli in Campania, Porto Marghera in Veneto o uno degli altri tra i 40 siti di interesse nazionale che, da soli, rappresentano una superficie di suolo avvelenata pari a quasi 100.000 ettari. Ma in ogni regione ci sono altre centinaia, migliaia di altri siti, oggi se ne stimano quasi 25.000 in tutta Italia, anche molto estesi.
La campagna europea #SalvaIlSuolo è stata lanciata da People4Soil è una rete europea di ONG europee, istituti di ricerca, associazioni di agricoltori e gruppi ambientalisti, nata proprio con l’obiettivo di promuovere una Iniziativa dei cittadini europei (ICE) per introdurre una legislazione specifica sul suolo in Europa. In Italia la raccolta firme è parte della campagna #SalvaIlSuolo, promossa da una task force di associazioni tra cui ACLI, Coldiretti, FAI, Istituto Nazionale di Urbanistica, Legambiente, LIPU, Slow Food, WWF.